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O Minotauro

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O MINOTAURO

 

Em Creta

Onde o Minotauro reina

Banhei-me no mar

 

Há uma rápida dansa que se dansa em frente de um toiro

Na antiquíssima juventude do dia

 

Nenhuma droga me embriagou me escondeu me protegeu

Só bebi retsina tendo derramado na terra a parte que pertence aos deuses

 

De Creta

Enfeitei-me de flores e mastiguei o amargo vivo das ervas

Para inteiramente acordada comungar a terra

De Creta

Beijei o chão como Ulisses

Caminhei na luz nua

 

Devastada era eu própria como a cidade em ruína

Que ninguém reconstruiu

Mas no sol dos meus pátios vazios

A fúria reina intacta

E penetra comigo no interior do mar

Porque pertenço à raça daqueles que mergulham de olhos abertos

E reconhecemo abismo pedra a pedra anémona a anémona flor a flor

 

E o mar de Creta por dentro é todo azul

Oferenda incrível de primordial alegria

Onde o sombrio Minotauro navega

 

Pinturas ondas colunas e planícies

Em Creta

Inteiramente acordada atravessei o dia

E caminhei no interior dos palácios veementes e vermelhos

Palácios sucessivos e roucos

Onde se ergue o respirar de sussurrada treva

E nos fitam pupilas semi-azuis de penumbra e terror

Imanentes ao dia -

Caminhei no palácio dual de combate e confronto

Onde o Príncipe dos Lírios ergue os seus gestos matinais

 

Nenhuma droga me embriagou me escondeu me protegeu

O Dionysos que dansa comigo na vaga não se vende em nenhum mercado negro

Mas cresce como flor daqueles cujo ser

Sem cessar se busca e se perde se desune e se reúne

E esta é a dansa do ser

 

Em Creta

Os muros de tijolo da cidade minóica

São feitos de barro amassado com algas

E quando me virei para trás da minha sombra

Vi que era azul o sol que tocava o meu ombro

 

Em Creta onde o Minotauro reina atravessei a vaga

De olhos abertos inteiramente acordada

Sem drogas e sem filtro

 

Só vinho bebido em frente da solenidade das coisas -

Porque pertenço à raça daqueles que percorrem o labirinto

Sem jamais perderem o fio de linho da palavra

 

Outubro de 1970

 

 

[ da Dual, Sophia de Mello Breyner Andresen, Assírio & Alvim ]

 

 

 

IL MINOTAURO

 

A Creta

Dove regna il Minotauro

Mi sono bagnata nel mare

 

C’è una danza rapida che si danza davanti a un toro

Nell’antichissima giovinezza del giorno

 

Nessuna droga mi ha inebriata mi ha nascosta mi ha protetta

Ho bevuto solo retsina dopo aver versato sulla terra la parte che appartiene agli dèi

 

Di Creta

Mi sono decorata di fiori e ho masticato l’amaro vivo delle erbe

Per entrare completamente sveglia in comunione con la terra

Di Creta

Ho baciato il suolo come Ulisse

Ho camminato nella luce nuda

 

Ero devastata io stessa come la città in rovina

Che nessuno ha ricostruito

Ma nel sole dei miei cortili vuoti

La furia regna intatta

E penetra con me le profondità marine

Perché appartengo alla razza di coloro che s’immergono con gli occhi aperti

E riconoscono l’abisso pietra a pietra anemone a anemone fiore a fiore

 

E il mare di Creta al suo interno è tutto azzurro

Offerta incredibile di gioia primordiale

Dove l’oscuro Minotauro naviga

 

Dipinti onde colonne e pianure

A Creta

Completamente sveglia ho attraversato il giorno

E ho camminato all’interno dei palazzi veementi e rossi

Palazzi successivi e afoni

Dove si solleva il respiro della tenebra sussurrata

E ci fissano pupille semi-azzurre di penombra e terrore

Immanenti al giorno –

Ho camminato nel palazzo duplice di combattimento e confronto

Dove il Principe dei Gigli alza i suoi gesti mattutini

 

Nessuna droga mi ha inebriata mi ha nascosta mi ha protetta

Il Dioniso che danza con me nell’onda non si vende in nessun mercato nero

Ma cresce come un fiore da coloro il cui essere

Senza tregua si cerca e si perde si disunisce e si riunisce

E questa è la danza dell’essere

 

A Creta

Le mura di mattone della città minoica

Sono fatte di argilla impastata con alghe

E quando mi sono voltata dietro la mia ombra

Ho visto che era azzurro il sole che mi toccava la spalla

 

A Creta dove il Minotauro regna ho attraversato l’onda

Con gli occhi aperti completamemente sveglia

Senza droghe e senza filtro

 

Solo vino bevuto davanti alla solennità delle cose –

Perché appartengo alla razza di coloro che percorrono il labirinto

Senza mai perdere il filo di lino della parola

 

Ottobre 1970

 

[ traduzione di Roberto Maggiani ]

 

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